Quella di illuminare la città o alcuni suoi luoghi simbolo con fiaccolate o con le luminarie, come si diceva allora, era una consuetudine per la città e per l’Azione cattolica.
L’8 dicembre 1870, in occasione dell’apertura del Concilio vaticano I, il circolo San Pietro, primo circolo romano della Società della gioventù cattolica italiana (Sgci), organizza delle luminarie nella città ed è questa la sua prima manifestazione pubblica dopo la sua fondazione avvenuta pochi mesi prima.
L’uso delle luminarie nella città si interrompono con la presa di Roma; la Santa Sede smette anche di illuminare la cupola di San Pietro come si faceva durante le grandi feste. Sarà l’Azione cattolica a riprendere la tradizione e lo farà in modo spettacolare in occasione della celebrazione per gli ottant’anni della Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac) nel 1948. I festeggiamenti durano diversi giorni. Sabato 11 settembre si celebra la messa distribuiti nelle basiliche e nelle catacombe della città; la sera c’è un momento di preghiera e di incontro con il papa in quella che sarà ricordata come «la santa notte». Nove cortei di fiaccole raggiungono piazza San Pietro, illuminandola a giorno; per la prima volta dopo anni si illumina anche la cupola della basilica vaticana e il colonnato; ai giovani della Giac si aggiungono tanti cittadini romani, coinvolti dall’effetto scenico e dal clima di spiritualità. I giovani ascoltano le parole del papa, i discorsi di Carretto e del suo predecessore Gedda, poi all’unisono e con un cuore solo, recitano il credo.
Molti ricordano un altro momento in cui l’Azione cattolica illumina piazza San Pietro con le sue fiaccole: è l’11 ottobre 1962. La mattina si è aperto il Concilio Vaticano II; di sera l’Azione cattolica organizza una fiaccolata che percorre via della Conciliazione e arriva fino in piazza formando una grande luce. Di fronte a questo spettacolo Giovanni XXIII decide di affacciarsi alla finestra e pronuncia a braccio il famoso “Discorso alla luna”:
«Questa sera lo spettacolo offertomi è tale da restare ancora nella mia memoria, come resterà nella vostra. Facciamo onore alla impressione di questa sera. Che siano sempre i nostri sentimenti come ora li esprimiamo davanti al Cielo e davanti alla terra: fede, speranza, carità, amore di Dio, amore dei fratelli; e poi, tutti insieme, aiutati così nella santa pace del Signore, alle opere del bene !
Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza».
Proprio per commemorare quella sera del 1962, la diocesi di Roma e l’Azione cattolica hanno organizzato una fiaccolata l’11 ottobre 2012 a cinquant’anni dall’apertura del Concilio. Molti di noi erano presenti e anche in quell’occasione il papa, questa volta Benedetto XVI, si affacciò alla finestra per salutare i partecipanti con un discorso che parlava dei frutti del Concilio ma anche della presenza della zizzania nella Chiesa e dell’esperienza che, nonostante ciò, il Signore non la abbandona e continua a guidarla mediante il suo Spirito «piccola fiamma di bontà e di verità che trasforma, dà luce e calore».