di Gianfranco Panizzoli
La sera dell’8 settembre 1943 arria in via Asiago in Roma, sede dell’EIAR (la radio di Stato) il generale Badoglio, capo del govermo italiano dal 25 luglio. Incide su un disco un messaggio abbastanza breve :”…il Governo italiano riconosciuta la impossibilità di continuare l’impari lotta… ha chiesto l’armistizio al generale Eisnhover comandante in capo delle forze anglo-americane…” Era l’armistizio, la fine della guerra!
In realtà l’armistizio era stato firmato cinque giorni prima a Cassibile (Siracusa). Gli italiani avevano chiesto qualche giorno prima di divulgarlo ma gli anglo-americani, dopo una attesa di cinque giorni lo resero di dominio pubblico e Badoglio non poté sottrarsi alla divulgazione.
Raffaele Persichetti nasce a Roma il 12 maggio del 1915; giovane cresciuto nell’Azione Cattolica, studia all’Apollinare dove è attivo un circolo studentesco di Ac e poi prende parte alla Fuci della Sapienza. I suoi nonni Augusto Persichetti e Guglielmo Alliata furono tra i primi dirigenti del Circolo San Pietro e della Federazione romana poi anche presidenti nazionali della Gioventù cattolica.
Raffaele era un insegnante di storia dell’arte presso il liceo Visconti di Roma e antifascista convinto. Già nel 1940 aveva difeso i suoi studenti contrari ad intervenire ad una manifestazione organizzata dalla Milizia. Nel 1941 fu richiamato alle armi come sottotenente nei Granatieri di Sardegna. Nel 1942 rimase ferito sul fronte greco-albanese e dopo un periodo di degenza fu rimandato a casa e posto in congedo permanente in quanto invalido di guerra. Conseguentemente, era uno che avrebbe potuto in tutta tranquillità aspettare la fine del conflitto rimanendo a casa.
Ma torniamo ai fatti dell’otto settembre.
La sera stessa iniziano i primi combattimenti tra i tedeschi e i Granatieri (questi ultimi erano schierati quale linea di difesa della città di Roma). Raffaele prende contatto con altri antifascisti tra i quali Adriano Ossicini (delegato fino al 1942 degli studenti della Giac). Si ritrovano insieme all’alba del 9 – 9 quando una telefonata, giunta dall’ospedale Forlanini, li informa dei combattimenti sempre più intensi tra Porta San Paolo, Magliana e Montagnola con la partecipazione a fianco dei Granatieri di numerosi civili sommariamente armati. La mattina del 10-9 Raffaele e i suoi si presentano sulla linea del fuoco; quello che accade dopo lo leggiamo direttamente dalla motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare conferita a Raffaele Persichetti:
«…ufficiale dei Granatieri, invalido di guerra si schierò generosamente e volontariamente contro l’oppressore tedesco […] organizzando la partecipazione di suoi amici e della popolazione alla lotta armata nella capitale […] sommariamente armato accorse sulla linea di fuoco accanto ai suoi granatieri schierati in battaglia […] incitò con la parola e con l’esempio all’estrema resistenza fino a che, colpito a morte, immolò la sua giovane vita.»
Per dovere di cronaca ricordiamo che Raffaele cadde nel primo pomeriggio del 10-9 in via Giotto. Mentre lui moriva una corvetta della Marina Militare era in vista del porto di Brindisi con a bordo il re, la sua famiglia, la corte ristretta, quasi tutto lo stato maggiore militare , il governo e Badoglio stesso, tutti fuggiti via da Roma.
Non è certo questa la sede per un’analisi di quei giorni di completo sbandamento e incertezza che dalle massime autorità del Paese alla popolazione coinvolse tutta l’Italia. Solo per semplificare lo stato d’animo del nostro Paese ricordiamo la tragicomica telefonata tra il tenente Innocenzi (Alberto Sordi) e il suo colonnello tratta dal film “Tutti a casa” (L.Comencini, 1960).
Innocenzi e i suoi soldati sono di pattuglia sul litorale romano per contrastare un eventuale sbarco anglo-americano e vengono bersagliati dai colpi dei tedeschi. Innocenzi va ad un telefono e chiama il suo comandante:
“Signor colonnello! Accade una cosa incredibile: i tedeschi si sono alleati con gli americani!” dall’altro capo del filo qualcuno risponde non sappiamo cosa, Innocenzi riprende “io ero all’oscuro di tutto… quali sono gli ordini?”
Ricordiamo infine che Roma ha intitolato un tratto di strada tra via della Circonvallazione Ostiense e Porta San Paolo a Raffaele Persichetti.