Nel 1931 l’Azione cattolica di Roma dà vita ad una tradizione che l’accompagnerà per più di trent’anni, quella dei doni al cardinal vicario in occasione del suo onomastico.
Il 4 ottobre 1931 è la festa di san Francesco, proclamato da Benedetto XV patrono dell’Azione cattolica (prima ancora che venisse proclamato patrono d’Italia) ma anche l’onomastico del cardinal vicario Marchetti Selvaggiani, di nome appunto Francesco.
Sono passati pochi giorni da quando l’Azione cattolica è potuta tornare alle sue attività dopo la chiusura forzata dei suoi circoli operata da Mussolini in persona e pochi mesi da quando Marchetti Selvaggiani è divenuto cardinal vicario, succedendo a Basilio Pompilij.
Selvaggiani (romano, amico di infanzia del futuro Pio XII e da sempre impegnato nella curia vaticana) prima di essere nominato cardinal vicario era stato messo a capo dell’Opera pontificia per la preservazione della fede un’istituzione diocesana che aveva come obiettivo, tra gli altri, quello di costruire nuove chiese a Roma in quelle periferie che si andavano velocemente popolando. Il presidente della Giunta centrale dell’Ac Augusto Ciriaci aveva offerto la collaborazione dell’associazione all’Opera per la preservazione istituendo speciali sezioni che collaborino con i sacerdoti delle future parrocchie nella catechesi e nell’assistenza spirituale e creando dunque i nuclei delle future associazioni parrocchiali.
È in questo contesto dunque che il 4 ottobre 1931 l’Ac di Roma organizza tra i suoi soci, di ogni ramo associativo, una grande raccolta di tutto quello che possa servire alle nuove chiese: biancheria di altare, cotte, camici, arredi sacri, offerte in denaro. Quanto raccolto veniva poi donato al cardinal vicario in occasione, appunto, del suo onomastico, allestendo in vicariato una mostra in cui i doni erano esposti e resi visibili ai fedeli prima di essere distribuiti alle chiese.
La tradizione è proseguita anche con il cardinal Clemente Micara, il cui onomastico era il 23 novembre, ed è rimasta fino agli anni Sessanta.