Il Corriere dell’ACR #14: Intervista ad un ospite speciale!

Il gruppo piccoli dell’ACR ha intervistato con grande curiosità il viceparroco della Parrocchia di San Luigi di Montfort, padre Roberto.

Educatrice: “Bambini sta per arrivare l’ospite speciale di cui vi abbiamo parlato prima. Siete pronti a fargli tantissime domande?”

Tutti: “Siiiiiiiiiiiiiii!”

Educatrice: Ecco arriva padre Roberto!”

Barbara: “Qual è il tuo cognome?”

Padre Roberto: “Carli”

Tommaso: “Qual è il tuo colore preferito?”

Padre Roberto: “I miei colori preferiti sono il rosso e il nero.”

Tommaso: “Qual è il tuo imperatore preferito?”

Padre Roberto: “È una domanda difficile questa, penso Adriano”

Davide: “Qual è la tua squadra preferita? E il tuo giocatore preferito?”

Padre Roberto: “Il Torino ma non ho un giocatore preferito. Forse Belotti dai.”

Barbara: “Perché lavori qui?”

Padre Roberto: “Perché mi ci hanno mandato.”

Barbara: “Quanto guadagni?”

Padre Roberto: “Non si può dire! Ma meno della metà di mille euro”

Emanuele: “Come è stato costruito il teatro e quanto è stato pagato?”

Padre Roberto: “Il teatro è stato costruito negli anni 60-70. Non è stato pagato molto perché tante persone hanno lavorato per costruirlo. Ma lo sapete che questo teatro una volta è bruciato completamente? Prima si usava anche come cinema e c’erano delle sedie simili a delle poltroncine! Ha preso fuoco ed è stato bruciato tutto. Questa primavera abbiamo fatto dei lavori per togliere la muffa e si vedeva ancora un pezzo bruciato.”

Tommaso: “Perché Gesù è nato a Natale?”

Padre Roberto: “Perché era il giorno giusto per nascere. È anche il giorno legato alla festa della luce quindi forse, lui che è la luce del mondo, ha scelto il giorno giusto!”

Davide: “Di che materiale è fatta la Chiesa?”

Padre Roberto: “È fatta di cemento armato. Pensate che tutto il tetto è stato fatto con una sola colata, quindi, è stato un lavoro fatto molto bene. L’ingegnere ha pensato di costruire la chiesa come un ponte e ha fatto proprio un bel lavoro. È lo stesso ingegnere che ha fatto la sala Nervi in Vaticano! Era molto bravo in matematica.”

Davide: “Anche io sono bravo in matematica!”

Padre Roberto: “Allora ti possiamo far fare la cupola nuova!”

Barbara: “Perché hai scelto di fare il prete?”

Padre Roberto: Non l’ho mica scelto io!

Barbara: “E allora chi?”

Padre Roberto: “Ho sentito una chiamata a fare questo servizio anche se prima avevo in mente di fare tutta un’altra cosa e non ci avevo mai pensato. È stata proprio una sorpresa! Se Dio mi ha chiesto di farlo, come dirgli di no?”

Barbara: “Cosa facevi prima di fare il prete?”

Padre Roberto: “Prima facevo il cuoco, facevo da mangiare. L’ho fatto per 15 anni, ho lavorato anche qui a Roma. Forse ero più bravo a fare il cuoco che a fare il prete.”

Emanuele: “A te quanto piace fare il chierichetto?”

Padre Roberto: “Mi è piaciuto fare il chierichetto da bambino, tantissimo. L’ho fatto per tanti anni, ma adesso no non posso più fare il chierichetto.”

Emanuele: “Ti piace fare il prete adesso?”

Padre Roberto: “Si, molto anche. Ho sempre avuto la fortuna nella vita, di fare le cose che mi piacevano; io sono fortunato!”

Tommaso: “I preti che cosa fanno durante il giorno?”

Padre Roberto: “Eh i preti fanno diverse cosette: si alzano, fanno colazione…”

Tommaso: “Eh ma la colazione la fanno tutti”

Padre Roberto: “Eh sì certo! Poi facciamo le messe, mangiamo, incontriamo la gente, prepariamo gli incontri del catechismo, andiamo a trovare le famiglie.”

Emanuele: “Perché ti vesti sempre di tutti i colori?”

Padre Roberto: “Con quali colori mi vedete di solito?”

Tutti: “Rosa, rosso, viola, verde, bianco”

Emanuele: “Ma c’è anche il blu?”

Padre Roberto: “Volendo potrebbe esserci il celeste, il giorno della madonna si potrebbe mettere il celeste.”

Emanuele: “Ma è della Lazio!!”

Padre Roberto: “Ogni colore indica un tempo diverso che stiamo celebrando, se siamo nell’Avvento viola, se siamo a Pasqua bianco. È come se invece di dirlo ci vestissimo del colore del periodo che stiamo attraversando”

Tutti: “Hai vissuto la Seconda guerra mondiale? E quanti anni hai?”

Padre Roberto: “Facciamo una cosa: io vi dico prima gli anni che ho e poi voi mi dite se ho visto la Seconda guerra mondiale. Fate 2021 meno 1968. Davide facciamo il calcolo con la calcolatrice.”

Barbara: “Hai 52 anni”

Padre Roberto: “Ecco allora la Seconda guerra mondiale quando è finita? Nel 1945.”

Emanuele: “Io pensavo che ne avevi 70 o 80!”

Padre Roberto: “Non esageriamo. I vostri genitori quanti anni hanno invece?”

Tommaso: “Mamma 37 e papà 40.”

Emanuele: “Ma quindi hai vissuto la seconda guerra mondiale?”

Padre Roberto: “Ho fatto il militare a Cuneo ma sono nato 23 anni dopo la fine della guerra, quindi no, non l’ho vissuta. Mica sono così vecchio!”

Emanuele: “Padre Roberto ma tu hai mai avuto un figlio?”

Tommaso: “E non hai nemmeno una moglie vero?”

Padre Roberto: “I preti non sono sposati.”

Emanuele: “E perché no?”

Tommaso: “Perché non hanno una moglie!”

Padre Roberto: “Perché i sacerdoti hanno fatto una scelta, ossia quella di non avere una loro famiglia, perché la loro famiglia è la Chiesa. Però non è stata una scelta semplice.”

Barbara: “Qual è la cosa che ti piace di più di fare il prete?”

Padre Roberto: “Sinceramente? La messa della domenica, senza dubbio. Ma ce ne sono altre.”

Barbara: “Hai il calendario dell’Avvento dentro casa?”

Padre Roberto: “No, però nella mia camera ho una corona d’Avvento fatta da me e un piccolo presepe in terracotta che mi ha regalato la mia mamma.”

Tommaso: “Ma dove vivi?”

Padre Roberto: “Secondo voi dove vivo?”

Tommaso: “Qui!!”

Padre Roberto: “Nel teatro? Qui ci stanno i topi! Ma no Tommy, dormo di sopra, giusto due piani sopra dove siamo noi ora”.

Davide: “Ah sì, mi ricordo! Una volta sono salito su, a casa tua, anche se era tanto tempo fa.”

Padre Roberto: “Sì è vero, mi ricordo anche io.”

Davide: “E come eri da bambino?”

Padre Roberto: “Un po’ monello come voi e giocavo sempre.”

Barbara: “Qual era la tua materia preferita quando andavi a scuola?”

Padre Roberto: “Storia.”

Tommaso: “Ma tu sai parlare o leggere la lingua che parlava Gesù?”

Padre Roberto: “Leggere proprio no, ma conosco l’alfabeto.”

Emanuele: “A che ora vai a dormire la sera?”

Padre Roberto: “A mezzanotte, prima non riesco.”

Emanuele: “Così tardi??”

Tommaso: “Io solo il venerdì vado a letto a mezzanotte perché faccio il pigiama party con i miei fratelli e guardiamo Dragonball.”

Padre Roberto: “Però un uccellino mi ha detto che quando c’è scuola, durante la settimana, i tuoi occhietti si chiudono.”

Tommaso: “Eh ma ho sonno!”

Davide: “Hai avuto una persona che ti ha ispirato a fare il prete?”

Padre Roberto: “Hai voglia te!”

Barbara: “E chi è?”

Padre Roberto: “Don Ferdinando, il parroco del mio paese.”

Tommaso: “Hai avuto un nonno?”

Padre Roberto: “Certo! Ognuno di noi ha quattro nonni, anche se io ne ho conosciuti solo tre, perché il papà di mia mamma era già morto prima che io nascessi.”

Emanuele: “Quanto è stato pagato in tutto il teatro? E la chiesa?”

Padre Roberto: “Ancora?!” Ride. “Mica faccio il notaio! All’epoca alcune centinaia di milioni, ma non vi saprei dire con esattezza.”

Davide: “Che rapporto hai col parroco?”

Padre Roberto: “Dipende quale…” Fa un’imitazione e i bambini ridono.

Tommaso: “Quando Gesù è morto sulla croce, qual è secondo te la parte del corpo che gli faceva più male?”

Padre Roberto: “Questa è una domanda a cui non ti so rispondere sinceramente, dovremmo chiedere a lui. Altre domande?”

Bambini: “Quando andiamo a giocare fuori?

Articolo a cura dell’ACR di San Luigi di Montfort


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