Continua la riflessione proposta da RaccontACI sul ruolo degli adulti oggi, in particolare sul ruolo degli adulti nei confronti dei giovani rispetto alla trasmissione della fede: ne ha parlato Chiara Santomiero con don Armando Matteo, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, Sottosegretario aggiunto nella Congregazione per la dottrina della fede e autore di numerosi testi sulla fede e su come ridare slancio alla pastorale.
Miti antichi e nuovi
L’ultimo dei lavori di don Armando Matteo si intitola Riportare i giovani a messa. La trasmissione della fede in una società senza adulti: “E’ necessario ricominciare dagli adulti per coinvolgere nuovamente i giovani nella vita di fede perché gli adulti sono i protagonisti dei grandi cambiamenti nel modo di abitare il mondo degli ultimi decenni – inizia -Questi cambiamenti hanno fatto della giovinezza, della libertà, del potere, del godimento il senso della nostra vita e la creazione di questi idoli su scala globale ha comportato il disinteressamento generale per il significato profondo della vita, dell’educazione, delle responsabilità. Più gli adulti si concentrano su questi miti, meno saranno capaci di trasmettere ai giovani una testimonianza di fede per vivere un’esistenza compiuta”.
Sindrome di Peter Pan
“Stiamo assistendo ai risultati di una frattura generazionale nella trasmissione della fede – prosegue – I ragazzi e i bambini non vedono più i genitori, innanzitutto, come primi testimoni. Quanto viene loro detto e insegnato a catechismo non trova riscontro in famiglia. La sindrome di Peter Pan negli adulti, cioè questa nuova religione fatta di libertà sfrenata, concetto di giovinezza esteso a tutte le età, potenza illimitata, benessere a tutti i costi, è sostenuta inoltre da un impero commerciale da cui è praticamente impossibile districarsi”.
L’identikit del giovane oggi
Un altro libro di don Armando Matteo, Tutti giovani, nessun giovane, insiste proprio su questo argomento: con l’idea di giovinezza che deve continuare e durare per sempre, quali e chi sono i veri giovani della nostra società? “I giovani oggi sono pochi- risponde l’autore -Sono l’1/7 della società e sono invisibili rispetto innanzitutto alla distribuzione del denaro statale. Non vengono colti per ciò che sono, cioè una novità per la società con ogni generazione che cresce e si presenta, ma vengono tenuti in panchina, nonostante l’energia tipica e naturale della loro età”.
Due prospettive
“Per riportare i giovani in chiesa- conclude don Armando Matteo -le possibili strade sono due: farsi carico cioè della fatica vissuta dai giovani di crescere per essere degli adulti in un sistema che rifiuta l’identità dell’adulto e provare a sviluppare una nuova pastorale che coinvolga gli adulti in maniera rinnovata”.