Scuola e pandemia: a RaccontACI ascoltiamo le riflessioni di Lorenzo Pellegrino, Segretario nazionale MSAC
Con l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria, la rubrica RaccontACI propone questa settimana le riflessioni di Lorenzo Pellegrino, Segretario nazionale MSAC, che Angela Ippolito ha coinvolto e intervistato sull’articolata tematica scuola e pandemia.
“Gli studenti e le studentesse, nel corso di questi due anni di pandemia e DAD, hanno risentito innanzitutto della perdita della socialità– inizia Lorenzo -Nella scuola, infatti, la socializzazione è elemento fondamentale e centrale. Non può esistere alcun surrogato di scuola senza la socialità, senza lo studiare e crescere insieme. Lo studio implica il confronto, il dialogo tra docenti e studenti e tra pari e lo stare insieme su tutti gli argomenti affrontati per ogni disciplina”.
Scuola e digitale
E a proposito dell’interazione particolare tra studenti e docenti avvenuta nel corso di questi due anni, Lorenzo spiega: “La DAD non è una pratica malvagia da abbandonare il prima possibile, anzi: ha dato l’occasione a tante scuole di formarsi in ambito digitale, di rinnovare con il digitale l’intero settore scolastico nel giro di poche settimane. La DAD è un’esperienza che deve andare oltre all’emergenza in senso stretto: deve rimanere nei nostri percorsi formativi ed è necessario che docenti e studenti imparino insieme ad utilizzare il digitale e le sue continue novità per fare una buona scuola”.
Scuola e ascolto
Accanto a questo, secondo il Segretario MSAC, non ci sarà un ritorno statico alla normalità, a ciò che era il mondo della scuola prima della pandemia: “Dobbiamo riuscire a prendere ciò che in questi due anni ci ha resi migliori e costruire così un sistema scolastico innovativo, dove ciascuno si senta davvero al centro, accolto, ascoltato perché tutti gli studenti vogliono e hanno bisogno di essere ascoltati. L’occasione che ci ha dato la pandemia non va sprecata: la scuola deve essere pronta oggi a mettere al centro l’ascolto di tutti”.
Scuola e partecipazione
E in merito all’ascolto, Lorenzo fa un ultimo riferimento all’esame di maturità e agli studenti che, nelle scorse settimane, hanno protestato rispetto al ritorno delle prove scritte: “Molti sono scesi in piazza, ma non solo per la questione dell’esame di maturità. La protesta era mirata a sollevare un problema- specifica in conclusione -cioè il fatto che la classe politica non stia ascoltando gli studenti e le studentesse. Personalmente ritengo che la piazza non sia il modo migliore per farsi ascoltare dalle istituzioni: per far sentire la propria voce ci sono altri canali, come la partecipazione e l’impegno”.