La scelta “vincente” dell’Equipe diocesana SA
Se l’incontro “Word Cafè – La parola agli adulti giovani”, di sabato 16 ottobre, fosse stato uno spettacolo teatrale, si sarebbe potuto definire “un grande successo di critica e di pubblico”. Intendendo per “critica” gli esperti di vari ambiti che sono stati chiamati ad animare i tavoli di discussione e per “pubblico” i partecipanti. Di certo è che si era in un teatro – grazie alla generosa disponibilità della Parrocchia Sacri Cuori di Gesù e Maria nel Quartiere Trieste-Salario – e che tutti sono stati molto contenti di spendere due ore di un prezioso pomeriggio di riposo per confrontarsi sul rapporto tra fede e vita declinato nelle dimensioni dell’impegno ecclesiale e socio-politico, della famiglia, della cura del Creato, della partecipazione alle dinamiche del lavoro, della formazione e della spiritualità.
Il metodo di confronto, preso in prestito dal mondo del lavoro, si è rivelato particolarmente coinvolgente. I partecipanti, divisi in 6 tavoli tematici, hanno discusso ogni tema per circa 20 minuti con l’aiuto degli esperti. Questi i tavoli:
La vita è per sé o per gli altri? Come tenere insieme dimensione privata e pubblica? Con Rita Visini, già assessore regionale alle politiche sociali e delegata regionale Ac.
Come coinvolgersi nell’impegno a migliorare il creato? Con Cecilia Dall’Oglio, direttrice associata programmi europei Movimento Laudato sì e Antonella Amico, animatrice Laudato Sì e Masci Roma 6.
Un mondo difficile, tra precarietà, resilienza e ricerca della professionalità. Con Luigi Morva, CEO di Brand Builder, società di consulenza aziendale.
Come barcamenarsi tra affetti, lavoro e organizzazione delle giornate? Alla ricerca di un equilibrio…Con Fabio Spinelli e Monica Panizzoli.
Quali sintesi tra fede e vita? Con Stefano Padoan, presidente diocesano Ac Frascati.
Come aprirsi a nuovi modelli. A distanza o in presenza? Insieme o con autoformazione? Con don Massimo De Propris, parroco di S. Giuliano Martire (Roma).
I lavori sono stati coordinati da Gennaro Ferrara, giornalista di Tv2000 che ha scandito il tempo di discussione di ogni sessione. Alla fine dei 20 minuti, ogni gruppo si è spostato su un altro tavolo e ha affrontato un altro tema.
Finalmente tornati un po’ bambini, quasi 40 adulti giovani (età più o meno corrispondente alla fascia 30-40 anni) hanno potuto scrivere sui vari tavoli con i pennarelli a punta grossa le parole che connotano la loro esperienza.
Impegno, ascolto, ricerca, servizio le più gettonate in generale; ma anche coraggio e accoglienza per costruire relazioni significative e insieme passione e timore verso la partecipazione politica. E se occorrono responsabilità e sostenibilità per riaffermare il bene comune e aver cura della casa comune, non è raro sperimentare assenza di senso, precarietà e mancanza di valore a proposito del lavoro che c’è, non c’è, è avaro di possibilità. Ogni cammino in famiglia e nella Chiesa richiede tempo, dinamicità per adattarsi alle varie fasi e circostanze della vita, ostinazione e spazi di silenzio e deserto per coltivare l’interiorità e la spiritualità. Ed equilibrio, che è il più difficile da conservare specialmente in questa fase della vita. Non per niente qualcuno ha chiesto se c’è una mappa per orizzontarsi nelle scelte della vita e se è uguale per tutti.
Il confronto, insomma, è stato bello e fruttuoso e il metodo scelto è risultato “vincente”.
E per chi non c’è stato, niente paura: l’Equipe diocesana del Settore Adulti ha promesso il bis!