
Come nasce la tradizione della veglia alla salma del Santo Padre che i giovani di Ac svolgono da più di cento anni
di Fabio Spinelli
In questi giorni in cui tantissimi fedeli stanno giungendo nella basilica di San Pietro per rendere omaggio a papa Francesco e pregare per lui, si nota accanto alla sua salma la presenza silenziosa di alcuni giovani. Sono i giovani di Azione cattolica, presenti a vegliare il Santo Padre come i loro predecessori della Sgci prima e della Giac dopo, in ossequio a una tradizione lunga secoli.
L’episodio da cui nasce questa tradizione risale alla fine dell’Ottocento quando, dopo la presa di Roma, in città avvenivano spesso episodi di intolleranza verso i cattolici da parte di quei movimenti anticlericali che avevano avuto un ruolo importante nella costruzione dell’unità d’Italia. Il più famoso di questi episodi è quello del tentativo di profanare la salma di Pio IX. I giovani della Sgci Società della gioventù cattolica italiana e del circolo San Pietro, primo nucleo della Sgci romana, erano molto legati a Pio IX, il papa che aveva benedetto la loro costituzione. Pio IX, che era stato anche il pontefice sul soglio pontificio durante la presa di Roma, era morto nel 1878 esprimendo nel suo testamento la volontà di essere sepolto nella basilica di San Lorenzo al Verano. La traslazione della sua salma dal Vaticano al luogo designato avvenne però anni più tardi della sua morte, precisamente durante la notte del 13 luglio 1881; il corteo funebre attraversò la città con grande partecipazione di popolo e scortato da numerosi gendarmi e carabinieri. Lungo il tragitto, infatti, si erano verificati come previsto varie manifestazioni contro il papa e il corteo era stato aggredito in più punti al grido di «al fiume il papa»; i gendarmi si erano limitati a respingere i manifestanti ma senza intervenire in modo deciso. Scrive «L’Osservatore romano» del 14 luglio 1881:
I personaggi ecclesiastici e laici che seguivano in carrozza il convoglio furono insultati, minacciati, percossi, coperti di sputi. Tentarono anche di accostarsi al feretro per fargli sfregio, ma non sortivano l’infame intento. Più che dalle guardie, il carro funebre e le carrozze del corteo furono costantemente e bravamente difesi da una schiera di coraggiosi giovani che noi segnaliamo alla universale ammirazione, E riportarono per trofeo della loro nobile condotta gli abiti laceri e parecchie contusioni.
I giovani di cui si parla sono quelli del circolo San Pietro e della Sgci di Roma. È quella notte che nasce la tradizione, viva ancora oggi, che alla morte del papa i giovani di Azione cattolica e il circolo San Pietro si alternino per vegliare la salma del pontefice fino al suo funerale.

