Il contributo dell’Ac di Roma nei Giubilei degli ultimi 100 anni
di Chiara Sancin
Giubileo, l’anno di grazia del Signore, come leggiamo in Isaia 61, 1-2, segna un anno particolare, un anno di liberazione, un anno per rallentare, un anno di riposo per ritornare al cuore della nostra fede, per mettersi in cammino come pellegrini su questa terra.
L’Azione cattolica tutta e anche quella di Roma inserendosi nelle vicende della Chiesa e della società italiana ha accompagnato con attività e proposte i diversi giubilei e anche nel nostro archivio storico sono presenti tracce delle attenzioni e delle attività promosse.
Le ripercorriamo insieme facendo memoria alla vigilia dell’apertura di un nuovo Anno Santo: il 2025.
Il Giubileo ordinario del 1925, le lettere di Pier Giorgio Frassati e il programma di Armida Barelli
Il “Giubileo della pace” del 1925, indetto da papa Pio XI dopo gli eventi della prima guerra mondiale, è l’Anno Santo in cui muore Pier Giorgio Frassati, che verrà canonizzato proprio nel nuovo Anno Santo 2025, a 100 anni dalla sua morte. Nelle lettere di Pier Giorgio all’amico Franz Massetti si può notare come la spiritualità incarnata e il fare proprie le intenzioni della Chiesa, espresse dalle indicazioni del Papa, sono note caratteristiche dei soci di Ac.
Egli infatti scrive: «Carissimo, non sentimenti di rancore che sarebbero non degni dell’Anno Santo; poiché già il Vicario di Cristo ha aperto le Porte Sante io stendo a te il ramo d’Ulivo segno della Pace…L’anno è incominciato bene, dopo aver brindato coi miei mi sono recato ai SS. Martiri; là nella Chiesa, stipata di gente, abbiamo pregato perché sia pace all’Italia e Pace a noi. E questa Pace, che è ardente Desiderio di tutti noi, venga in quest’anno, in cui le Grazie del Signore si moltiplicano» (4 gennaio 1925).
O ancora in una lettera a Marco Beltrame: «Carissimo, La pace sia nel tuo animo, ecco l’augurio che Robespierre porge a Perrault per l’anno Santo, ogni altro dono che si possegga in questa vita è vanità come vane sono tutte le cose del mondo. Bello è vivere in quanto al di là v’è la nostra vera vita altrimenti chi potrebbe portare il peso di questa vita se non vi fosse un premio delle sofferenze, un gaudio eterno, come si potrebbe spiegare la rassegnazione ammirabile di tante povere creature che lottano con la vita e spesse volte muoiono sulla breccia se non fosse la certezza della Giustizia di Dio. Nel mondo che si è allontanato da Dio manca la Pace, ma manca anche la carità ossia l’Amore vero e perfetto» (15 gennaio 2025).
Per l’Ac di Roma, anche se le iniziative sono volte in particolare ad ampliare e consolidare le attività nei circoli, è testimoniata sia l’intenzione di fare alcune conferenze sull’Anno Santo (verbale del novembre 1924, Fondo GF, Busta 5, fascicolo 47) sia la volontà di organizzare una Giornata sociale per i parroci di Roma con interventi di Cavagna e di Barelli, sia quella di tenere aperta la sede. Si riferisce infatti che a un’adunanza tenuta alla presenza di Armida Barelli, la stessa esprima il desiderio che «durante l’Anno Santo la sede resti aperta alle socie ogni mattina, con vendita di materiale Gf».
Armida all’Assemblea Generale presenta un triplice programma per l’Anno Santo: esorta le Dirigenti ad acquisire prima possibile il Giubileo e ad animare le socie perché ne seguano l’esempio, ricordando l’effluvio di grazie che ad esso sono connesse quando l’anima è ben preparata e raccomanda quindi tale preparazione; ricorda che in settembre ci sarà il pellegrinaggio per tutte le dirigenti Gf, chiedendo a tutte loro la collaborazione perché sorgano i circoli in quelle parrocchie che ancora non hanno la Gf ed esortando alla preghiera perché il lavoro sia efficace e segnala anche che dal 21 al 26 aprile si terrà la settimana regionale del Lazio, settimana che dice avrà un duplice carattere: quello quello della formazione religiosa interna e quello dell’animazione religiosa intellettuale; incita alla cura delle piccole socie perchè dice, spetta a ciascuna reclutare le piccole e formarne lo spirito perché da esse già si può pretendere un corrispondente apostolato e da esse infine si attendono copiosi frutti per il domani. Infine sottolinea che come i tralci non possono vivere staccati dalla vite, così ogni circolo non potrà a lungo sussistere staccato dal suo centro. (verbale del 25 febbraio 1925, Fondo GF, Busta 7, fascicolo 66).
Tutto ciò testimonia la volontà di uscire allo scoperto e far conoscere la proposta di un’associazione incarnata nel suo tempo e a servizio della Chiesa, della società e del Papa.
Il Giubileo straordinario del 1933/34
Indetto da Pio XI per il 1900º anniversario della Redenzione vede la Gf di Roma impegnata già da subito a veicolare i contenuti della Bolla. Gigli e Spighe, giornalino della Gf diocesana, dedica uno spazio ad hoc nei numeri del 1933, intitolato Cronache dall’Anno Santo, in cui c’è lo svolgersi delle manifestazioni che rendono palese la vita rigogliosa della Chiesa cattolica.
«Tutta Roma spiritualmente rinnovata dal Giubileo! Che ti pare cara lettrice? Non vale la pena per un simile ideale fin da ora pregare tanto ed anche offrire con amore le nostre piccole e grandi croci?»
Interessante è l’editoriale a nome della presidente diocesana del marzo 1933 in cui viene spiegata l’universale chiamata alla santità. «L’Anno Santo segni il rinnovato sforzo per la nostra santificazione e per un più intenso apostolato. Ecco; non vorrei che qua e là, qualche timida, tenera socia arricciasse il nasino sull’altissima, grande parola “Santificazione”. Non vorrei che una vocina sussurrasse con lieve sgomento: “Eh via! Buone sì, ma sante poi!”.
Cara socia mia; e non è tutto un programma di santificazione che la GF di Ac ti ha sempre proposto? Tieni molto alle…mezze tinte? Che cosa ti colpì e ti prese l’anima quando decidesti di dare il tuo nome all’Associazione se non questo slancio verso le vette?
… È l’Anno Santo, l’Anno di santificazione… Accettiamo completamente la parola che ci è stata detta: l’Anno Santo e …noi, voglio intendere, giovani romane appartenenti all’Azione Cattolica. Via, non mi dire che la “carità del natio loco” mi fa esagerare. Dobbiamo riconoscere, per la verità, che siamo sempre in una condizione di particolare privilegio e di più alta responsabilità quindi, noi della diocesi del Papa. Oggi poi…
Hai letto? L’Anno Santo chiama a Roma, alle tombe gloriose e sante degli Apostoli, la folla di tutto il mondo.
Noi siamo di casa: non dobbiamo quindi prendere treni o piroscafi, ma semplicemente qualche tram o qualche autobus. Ed allora è necessario anzitutto che tutte, tutte, tutte le socie grandi e piccine acquistino il Giubileo. Non c’è scusa che valga di fronte a questo preciso dovere per noi relativamente o meglio esteriormente facile.
Secondo: dobbiamo assolutamente proporci di condurre quanti più potremo ad usufruire di questo dono di grazia che il S. Padre offre a tutti i suoi figli.
Tutta Roma spiritualmente rinnovata dal Giubileo! Che ti pare cara lettrice? Non vale la pena per un simile ideale fin da ora pregare tanto ed anche offrire con amore le nostre piccole e grandi croci?».
Inoltre, per la conclusione dell’Anno Santo in S. Pietro viene stato riservato un intero settore all’Azione cattolica (verbale 6 marzo 1934, Fondo GF, Busta 16, fascicolo 136), testimonianza questa della centralità dell’opera dell’Ac a quel tempo.
Una curiosità: forse a seguito del Giubileo, nell’estate del 1934, viene fatto circolare scritto a mano, un giornalino particolare dal titolo il Pellegrino, giornale circolante per le “signorine della GF di Ac di Roma”, che raccoglie lettere e pensieri estivi scritti a mano dalla gieffine e che viene passato di mano in mano e fatto circolare da una parte all’altra dell’Italia.
Il Giubileo ordinario del 1950. Da Gigli e Spighe: «Tutti guardano a Roma, è vero, perché tutti aspettano di trovare a Roma l’esempio di una vita cristiana attuata»
Indetto da Pio XII, è il Giubileo che chiama come pellegrini a Roma i popoli di tutte le nazioni. È detto del “grande perdono e grande ritorno a Cristo”. La Seconda guerra mondiale era finita da poco e il Giubileo si presentava come possibilità di riconciliazione tra i popoli che avevano combattuto l’uno contro l’altro durante la guerra.
Il “Grande ritorno” diviene dunque il tema della campagna portata avanti dall’Ac in quell’anno, con l’obiettivo di un nuovo slancio missionario per riportare la società a Cristo e lo stesso giornalino della Gf diocesana Gigli e Spighe recita:
«Se questo è l’Anno “del gran ritorno e del gran perdono” per tutti i cattolici del mondo, per tutta la gioventù cattolica organizzata del mondo, lo è in modo particolare per noi di Roma.
Noi dobbiamo considerarlo sotto un duplice aspetto: quello di un dono grandissimo del Signore per la santificazione nostra e per una intensificazione di vita cristiana più cosciente ed operante; di un impegno maggiore all’apostolato esterno, soprattutto del buon esempio.
Vedremo i pellegrini a Roma, ma non dimentichiamo che i pellegrini vedranno noi!
Tutti guardano a Roma, è vero, perché tutti aspettano di trovare a Roma l’esempio di una vita cristiana attuata. Per quanto sta a noi non deludiamo questi nostri fratelli. Non lasciamo che pensino che possediamo una perla, ma non ne conosciamo il valore. Contegno in Chiesa, atteggiamento corretto e disinvolto in strada, abbigliamento che rispecchia la virtù cristiana, cortesia, e gentilezza con gli altri: tutto parli loro della nostra vita di cattolici. Sia veramente questo anno uno degli anni più fruttuosi per noi e per il nostro apostolato!
È questo l’augurio più fervido della vostra Presidente diocesana.”
Partecipare durante l’Anno Santo a tutte le manifestazioni e alle iniziative promosse dal Centro nazionale per la staffetta dell’Anno Santo ad Assisi (giugno 1950) sono propositi testimoniati già nei verbali del settembre 1949 (Fondo GF, Buste 8, fascicolo 71 e Busta 11, fascicolo 82). Un “folto gruppo di socie e giovanissime” partecipano alle visite Giubilari iniziate in S. Pietro e terminate ai piedi di Maria, Salus Populi Romani, in S. Maria Maggiore (n. 2 Gigli e Spighe 1950) e dopo la visita in S. Pietro, a seguito di un omaggio floreale per la sua Cappella privata, G.B. Montini rispose con un telegramma.
Il 24 gennaio 1950 inoltre il Presidente della Giunta diocesana di Roma, Salvatore Salvatori, scrivendo ai presidenti delle giunte parrocchiali, indice una quattro giorni diocesana dal 30 gennaio al 2 febbraio di quell’anno nell’Istituto M.P. Filippini in preparazione alle settimane parrocchiali sul “Gran ritorno” sottolineando che «è il tema dell’apostolato, in questo periodo, dell’Ac» e chiede anche di individuare date per tre sere parrocchiali sul tema del valore individuale e sociale dell’Anno Santo (Fondo Giac, Busta 10, cartella 62, foglio 9).
Nella rivista Gioventù della Giac (febbraio 1950) viene spiegato in sintesi il significato dell’Anno Santo: vivere divinamente e far vivere in grazia di Dio gli altri.
«Se l’Anno Santo è Anno di Dio: bisogna rispettarlo come cosa sua: vivendolo nella dignità di ciò che Egli vuole, a cominciare dall’umile divino dovere quotidiano; scoprendo sempre più chiara la necessità di una guida (Direttore Spirituale) alla quale aprirsi per confidare le aspirazioni, gli ardori dell’anima, e le sue debolezze e consigliarsi; ritemprando ogni giorno la fedeltà all’amicizia che Dio ci dona(Vita di Grazia); aiutando di più gli altri, specialmente i più bisognosi, col ridestare in noi il senso della carità; dando meno tempo alle cose che circondano e alimentano la nostra mortalità, per sostare di più nella considerazione di quelle realtà che ci fanno vivere, divinamente vivere. Non esistere soltanto ma vivere, far vivere divinamente anche gli altri…»
Preghiere per il Giubileo a Santa Maria Maggiore e altre visite giubilari (4 luglio 1950), partecipazione al pellegrinaggio giubilare diocesano di Roma (4 dicembre 1950) in cui si raccomanda di non portare bandiere, e gadget prodotti per l’occasione, come il ciondolo per l’Anno Santo (Fondo Giac, Busta 10, cartella 62, foglio 75), sono solo alcune delle attività che vengono promosse.
Un fascicolo inviato al papa: «ecco quello che facciamo!»
Un fascicolo, inviato al Papa, testimonia nel dettaglio le attività svolte per la campagna del Grande ritorno tra cui alcune forme organizzative quali:
– la liturgia della S. Messa (corso liturgico in centro diocesano e la sensibilizzazione alla partecipazione al sacrificio eucaristico);
– la S. Comunione mensile (l’invito di portare la gioventù della parrocchia alla S. Comunione una volta al mese);
– la Tre giorni eterni (una tre giorni sulla vita interiore proposta in ogni parrocchia con l’aiuto del centro diocesano);
– la Scuola propagandisti (formazione di un nucleo di propagandisti da indirizzare soprattutto alle associazioni periferiche);
– la Scuola sociale, sotto la guida dell’on. le La Pira;
– la Scuola catechisti (in particolare per le borgate e per l’agro romano);
– la via Crucis pubblica al Palatino il Venerdì Santo con il coinvolgimento di tutta la città;
– il rinnovo dei voti battesimali;
– le opere assistenziali a carattere professionale per i poveri della Parrocchia;
– l’adesione al concorso culturale Anno Santo indetto dal Centro nazionale per gli universitari. Tra le altre cose anche incontri per i militari con un’attenzione particolare per chi parte per il servizio militare. Si sollecitano modalità di collegamento tra le associazioni e i luoghi di destinazione del servizio di leva e l’accoglienza di chi viene a svolgere il servizio di leva a Roma.
Particolarmente importante, per la folta partecipazione (oltre 15.000 persone tra cui migliaia di giovani, come testimoniato dai giornali dell’epoca), fu la Via Crucis pubblica del Venerdì Santo al Palatino, tradizione della Gioventù Italiana di Ac Romana, con commenti degli stessi giovani (predicata da laici si legge nei programmi associativi), sui luoghi ove i primi cristiani si riunivano e i primi santi conoscevano la bellezza del martirio, con inizio presso l’Arco di Tito presso il Colosseo. Di tale manifestazione abbiamo documenti che confermano l’organizzazione da parte della Giac con la collaborazione in particolare di alcune sottosezioni della federazione nel 1938, 1946 e anni seguenti, divenendo probabilmente sempre più cittadina e pubblica.
Il testamento di Armida Barelli
La Gioventù Femminile, preoccupata del contegno da mantenere – «ci guarderanno», scrivono nei verbali di quell’anno – e intenta a riportare notizie sui diversi pellegrinaggi (Fondo GF, Busta 8, fascicolo 71), proprio in quell’Anno Santo sarà destinataria del testamento spirituale di Armida Barelli Alla Gioventù femminile di Ac di ieri, oggi e di domani, datato 11 febbraio 1950.
Archivio dell’Azione cattolica italiana – Presidenza diocesana di Roma
Il Giubileo straordinario del 1966 e lo studio del Concilio Vaticano II
Indetto da Paolo VI per la conclusione del Concilio Vaticano II viene visto dalla GF, come si legge in una lettera dell’assistente ecclesiastico centrale Carlo Cavalla, come un tempo per partecipare a corsi per lo studio dei documenti conciliari che si dice esigono una lettura, assidua, profonda e coscienziosa.
In particolare, Cavalla ricorda che «il Concilio ha proiettato la luce della verità su tutta la vita della chiesa e del mondo. Specialmente la costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo sollecita un nuovo modo di pensare l’uomo, l’attività umana, la comunità umana. Nelle nostre associazioni di Azione cattolica dobbiamo formare queste giovani nuove, capaci di attuare un efficace rinnovamento nel mondo».
Proprio per attuare meglio gli insegnamenti del Concilio ecumenico nasce una rinnovata attenzione alle delegate diocesane lavoratrici e l’allungamento del Giubileo fino all’8 dicembre viene visto come un tempo «offerto … per operare quella conversione che ci renda più disponibili al piano di salvezza di Dio». (Fondo Gf, Busta 62, fascicolo 716).
Il Giubileo ordinario del 1975 e le parole di Paolo VI sull’Ac
Indetto da Paolo VI, detto “Anno Santo del rinnovamento e della riconciliazione”, vede l’Ac tutta riflettere sulla testimonianza nel mondo. Nel convegno nazionale dell’aprile 1975 ai dirigenti dell’Azione cattolica Paolo VI sottolinea come sia stato indovinato il tema del Convegno dell’Anno Santo e cioè l’impegno «per una testimonianza evangelica nel mondo contemporaneo» e evidenzia che «tali parole sintetizzano bene l’essenza, le finalità, la ragion d’essere dell’Azione Cattolica: infatti, se è dovere di ogni cristiano essere testimone di Cristo, essere “il lievito nella pasta” che con la sua presenza di parola, di pensiero, di azione fa fermentare le latenti capacità e potenzialità di bene che sono nel mondo circostante, tanto più questo è dovere dell’Azione Cattolica, nella vasta gamma di ogni età e preparazione che trova espressione nelle varie forme associative che ad essa fanno capo; dovere tanto più serio, in quanto è espressamente previsto e, diremmo, istituzionalizzato nello Statuto, che chiama appunto gli iscritti a “testimoniare nella loro vita l’unione con Cristo e ad informare allo spirito cristiano le scelte da loro compiute”».
A livello romano si assiste al rilancio del Settore giovani per opera dei vicepresidenti e dell’assistente diocesani rispettivamente Vincenzo Mannino, Antonella Scarpelli e don Rovesio Calcagnini, chiedendo ai parroci di Roma di inviare uno o due giovani per parrocchia alle iniziative promosse dal Settore. Si formò quindi un gruppo di persone che dibatteva, pregava, si confrontava, proponeva e che incarnò lo spirito giubilare di rinnovamento.
Giubileo straordinario del 1983/84: la parrocchia e al solidarietà con gli ultimi
Indetto da Giovanni Paolo II per il 1950º anniversario della Redenzione vide l’Ac di Roma invitata, come si legge in una lettera del Presidente diocesano Liverani, a valorizzare la parrocchia e i luoghi ordinari della comunità e ad attuare una solidarietà con gli ultimi.
Il Giubileo ordinario del 2000
Indetto da Giovanni Paolo II è il Giubileo del passaggio del secolo in cui l’Azione cattolica di Roma istituisce una Commissione unitaria dedicata a pensare strumenti quali ad esempio: un numero speciale dell’Agenzia informativa diocesana; iniziative diocesane; punti di preghiera; proposte per l’accoglienza di pellegrini; proposta di itinerari storico-culturali religiosi e altre proposte concrete come segno di accoglienza.
In particolare, venne predisposto un sussidio/traccia per gli incontri penitenziali per i gruppi incentrato sulla figura del Padre per la Quaresima di quell’anno.
Il Giubileo straordinario del 2015/2016
Indetto da papa Francesco è il Giubileo della misericordia. Anche qui l’Azione cattolica diocesana si mobilitò per la diffusione dei contenuti della Bolla grazie agli strumenti predisposti per gli esercizi spirituali in parrocchia per l’Avvento dal titolo Passi di misericordia (organizzati dal Settore Adulti) o anche per gli esercizi spirituali nella città del febbraio 2016 che videro la predicazione dell’allora vescovo ausiliare della diocesi di Roma per la cura del clero, Angelo De Donatis, divenuto poi cardinale vicario.
Una storia ricca quella che lega l’Ac di Roma ai diversi Giubilei; una storia di servizio alla Chiesa per la formazione spirituale, sociale e delle coscienze e per accompagnare tutti, in ogni tempo, a vivere l’incontro riconciliante con Cristo.
*I Fondi Giac, Giunta, Presidenza, sono ancora in fase di riordinamento. Dal riordino potrebbero emergere altre documentazioni interessanti collegate al tema dei Giubilei.