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Mettere in pratica la Dottrina sociale della Chiesa. Il MLAC a Roma dal Duemila ad oggi.

di Cristiano Nervegna

Un po’ inaspettatamente mi viene chiesto questo contributo su tanta parte della mia vita dedicata al Movimento Lavoratori di Azione Cattolica a Roma (dal 2001 al 2007) e, poi, al Nazionale (dal 2005 al 2011). Anzi, per essere precisi: in parrocchia a Roma, poi al MLAC diocesano e regionale e, infine, al Movimento Lavoratori nazionale. Una vita che, in maniera assolutamente naturale, mi ha portato a fare impresa, perché per noi il lavoro si doveva sempre costruire e non poteva essere solo un “posto” che ti porta alla pensione. Il Movimento Lavoratori in AC nella Diocesi di Roma, per quello che ricordo, nessuno l’ha mai considerato tanto; anzi, c’era sempre un motivo per cui andava salvato: dall’esterno sembrava sempre allo stremo.
Tra tante difficoltà, vere o apparenti, una cosa era chiara: si combatteva per sopravvivere e se le cose andavano male era sempre colpa di qualcun altro… però si combatteva! Quella “sopravvivenza” nascondeva in realtà un tesoro, oggi per me è molto più chiaro di allora e così, senza che ce ne accorgessimo, la nostra vita ha preso la piega giusta.
Al Mlac di Roma ho visto confermate e forse ampliate le sensibilità ed i valori acquisiti in parrocchia, la sensibilità per il lavoro ed i lavoratori, la giustizia ispirata dal Vangelo, un amore non formale per la Chiesa e così ho costruito, senza accorgermene e sotto lo sguardo benevolo di tanti rivoluzionari, il mio futuro imprenditoriale.
Già nel 1998, con l’Associazione di volontariato “Worklink”, presso la parrocchia di Santa Maria madre della Provvidenza, eravamo partiti con l’idea di creare opportunità di lavoro per gli immigrati che trovavano così da noi uno sportello di consulenza per il lavoro e vari corsi di alfabetizzazione informatica che li rendessero occupabili. Il tema è oggi quanto mai attuale e, persino più di allora, l’attenzione al tema dell’inclusività con il lavoro. In tanti anni di servizio abbiamo visto i volontari dell’Associazione crescere e trovare loro stessi lavoro nel mondo dell’informatica. Purtroppo molti di loro hanno dovuto lasciare l’Italia. Una perdita grave per il Paese i tanti giovani che lasciano così un vuoto di competenze ed entusiasmo impossibili da recuperare.
A partire dal 2005, con il Movimento lavoratori di Azione Cattolica nazionale, con quella ispirazione che ci aveva contraddistinto sino a quel momento, lanciammo i bandi di “progettazione sociale” del MLAC, per accreditare e progettare assieme ai territori una presenza di Azione Cattolica che fosse in grado di costruire reti sociali su progetti ispirati alla Dottrina Sociale.
Quando ormai, anche per noi, si delineava la necessità (direi l’urgenza) di entrare nel mondo del lavoro, sempre con le stesse attenzioni, abbiamo cercato di tradurre quell’esperienza in una società più strutturata (Ideeimpresa srl). Alla prima riga della visura camerale, ricordo ancora il riferimento esplicito alla Dottrina Sociale della Chiesa che però non sempre era apprezzato dai nostri stakeholder. Abbiamo imparato così che la vita d’impresa non sarebbe stata quello che immaginavamo nei nostri incontri a Via della Pigna. E le difficoltà più ardue (e le più grandi tristezze) sono state quasi sempre determinate dagli ambienti che immaginavamo invece vicini. Ma la passione per l’innovazione e la fiducia in un progetto costruito assieme ci ha permesso di superare difficoltà molto rilevanti. È bene dirlo senza ipocrisia: fare impresa nel nostro Paese e come scalare una montagna a mani nude.
Ed è stata ancora la capacità di coniugare una forte aspirazione al cambiamento con le competenze che ha visto crescere i nostri progetti, che ha alimentato nuove collaborazioni e determinato selezionate sinergie che si sono rivelate strategiche. Così abbiamo ottenuto riconoscimenti e strutturato partnership con il mondo universitario, anticipato l’applicazione di nuove tecnologie, quali la blockchain, destinandole però a progetti sociali e, con la medesima curiosità, abbiamo cercato di migliorare i processi lavorativi di tutti i nostri clienti. Abbiamo sempre anteposto ai nostri interessi i processi di miglioramento continuo delle realtà che ci hanno scelto. Con ostinazione e sempre trovando forti ostilità ed agguerrite rendite di posizione, non ci siamo mai fermati. Abbiamo dovuto lasciare molto lavoro sul campo, pur di non rinunciare ai principi a cui avevamo dedicato entusiasmo, tempo e studio, riunioni infinite e approfondimenti costanti.
Nel 2020, così, senza che avessimo mai cercato di interrompere quest’esperienza e, per altro, senza mai esserci proposti (sul rapporto finanza e start-up andrebbe fatta un coerente analisi) abbiamo ricevuto la richiesta di Confesercenti (Organizzazione di rappresentanza delle Piccole Imprese) di rilevare la società per continuare a svolgere le medesime attività per la loro struttura nazionale. Abbiamo accettato anche questa sfida, raddoppiando il personale e aggiungendo nuove attività. Oggi siamo una tra le società italiane che si occupano di effettuare valutazioni nell’ambito della Cybersicurezza. Praticamente una struttura a difesa della sicurezza informatica delle imprese e, quindi, del Paese.
Non è stato facile e non vuole neanche essere l’ultimo traguardo; ma mi sembra questa sia una storia da raccontare. Per infondere fiducia soprattutto, una fiducia consapevole e non superficiale. Perché è davvero possibile farcela; ma non da soli, chiedendo aiuto quando serve, impegnandosi seriamente a smontare le varie rendite di posizione che ancora bloccano il Paese e, soprattutto, le tante ingiustizie ben mascherate che annichiliscono gli onesti.
Mi sento di dire che tutto questo è frutto anche del Movimento Lavoratori di Roma, delle crisi ricorsive che affrontavamo, delle domande scomode che il mondo del lavoro ci costringe sempre ad affrontare ed anche degli errori che inevitabilmente commettiamo; ma, soprattutto, delle scelte belle che abbiamo fatto assieme.