Ragazzi, che squadra: a RaccontACI parliamo del cammino dell’anno dell’ACR
All’apertura del nuovo anno associativo, Agnese Palmucci ha intervistato la responsabile diocesana dell’ACR di Roma, Marilena Pintagro, per conoscere meglio i contenuti del tema dell’anno e gli eventuali progetti in programma.
La progettazione del percorso formativo ACR
“Come ogni anno, anche questa volta, lo slogan deriva dal Vangelo che accompagna il cammino associativo- inizia Marilena -Nel 22/23, con il titolo Ragazzi che squadra, l’ambientazione del progetto pensato per l’ACR rimanda al mondo degli sport di squadra. Il cammino ACR viene ogni anno preparato mettendo insieme più elementi, oltre al Vangelo che è sempre centrale. Si tiene conto, infatti, di una delle tre tematiche che guidano, a rotazione, l’iniziazione cristiana, cioè la novità, la compagnia e la sequela. Quest’anno, la tematica è quella della compagnia e i bambini sono chiamati a scoprire quanto è bello fare parte della Chiesa e camminare insieme. A questo si lega il Vangelo dell’anno, in cui Gesù esorta ad essere Chiesa in uscita. Sulla base di tutto questo, la proposta formativa ACR e l’ambientazione permette ai ragazzi di vivere e capire la Parola attraverso delle modalità alla loro portata”.
Sport di squadra come palestra di vita cristiana
“L’ambientazione dello sport di squadra è una metafora della palestra della vita cristiana– prosegue Marilena -Ogni componente della squadra, infatti, non gareggia mai per se stesso, a prescindere dallo sport. Nel corso dell’anno, ci sono varie fasi con cui i ragazzi cresceranno e matureranno questa consapevolezza. La prima è il tempo della convocazione, che è la fase di questo periodo, dove i bambini vivono la gioia di essere chiamati insieme ad altri da Gesù e di poter chiamare a camminare insieme anche altri bambini. C’è poi la fase dell’allenamento, che coincide con il mese della pace di gennaio, quando cioè i ragazzi scoprono che è bello allenarsi nel rispetto dell’altro. Si prosegue con il tempo della Pasqua e della discesa in campo, dell’inizio della partita, dell’esperienza di Gesù risorto. Infine, c’è la fase estiva dei campi scuola, dove i bambini scoprono che quanto hanno vissuto, cioè l’amore del Signore per ognuno di loro, non ha limiti”.
La sfida della formazione e non solo
“La sfida dell’anno, a livello di equipe diocesana, è fare sintesi tra il modo di fare ACR che abbiamo avuto negli ultimi due anni e quello che avevamo prima della pandemia, quindi riprendere il buono di prima e il buono di quanto fatto negli ultimi due anni- afferma poi la responsabile diocesana -Stiamo facendo ora il tour delle feste del ciao per incontrare tutti i ragazzi e capire come aiutarli ad essere protagonisti nel vivere una missionarietà a loro misura. Cerchiamo inoltre di coltivare sempre la dimensione della formazione educatori: a tal proposito, dal 9 all’11 dicembre, si terrà qui a Roma l’incontro nazionale educatori ACR: è sempre importante investire nella formazione, che è il modo principale per offrire un servizio completo ai ragazzi che ci vengono affidati. In più si ha l’occasione di respirare aria associativa a livello nazionale e stringere amicizie salde che durano nel tempo.
Come ultimo obiettivo, stiamo iniziando, come equipe diocesana ACR, a riflettere in vista di una progettazione verso il prossimo cammino assembleare”.