Caro Pier Giorgio, ora sei nella luce di Cristo, e noi, pur nella tristezza del distacco, ti sentiamo nella comunione dei santi. Desideriamo ora ricordarti con le tue stesse parole:
“Essere di Azione cattolica è qualcosa che appartiene alla mia vita intera e, anzi, l’ha in gran parte determinata. Ci sono entrato quando vivevo a Verona con la mia famiglia ed ero iscritto nell’Associazione fanciulli e nel tempo l’Azione cattolica è diventata uno dei pilastri della mia vita, insieme alla famiglia e al mio lavoro da giornalista.
Ho iniziato il mio servizio da presidente nel 1983, pieno di timore per la consapevolezza di non essere all’altezza della responsabilità che mi veniva affidata e confortato solo dalla fiducia dei miei fratelli di Ac e da quella del cardinal Poletti. Ricordo le nostre conversazioni telefoniche, in cui alle mie richieste rispondeva sempre affettuosamente: «Lei è il presidente, faccia ciò che ritiene più giusto».
Iniziando ho trovato una bella Azione cattolica, che mi sosteneva molto nella fatica di conciliare il mio lavoro con gli impegni associativi. Credo sia stato merito soprattutto dei giovani, che erano pieni di voglia di fare e con così tante idee.
Del lungo periodo in cui sono stato presidente ricordo l’impegno per far nascere e crescere l’«Agenzia diocesana», gli incontri con Giovanni Paolo II, in particolare quello del 1987 nell’Aula Nervi, l’impegno per la preparazione del sinodo diocesano.
Sono particolarmente grato ai responsabili diocesani e parrocchiali con cui ho lavorato e in particolare agli assistenti: da tutti loro ho imparato che cosa è Azione cattolica, come la si fa e come la si vive; ho imparato che cosa vuol dire preghiera, azione e sacrificio, che i meno giovani come me ricordano come il vecchio, ma sempre valido, motto dell’Azione cattolica.”
Piergiorgio Liverani, presidente diocesano 1983-1992
(tratto da L’Azione Cattolica a Roma, F. Spinelli, AVE, 2020)