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Visita all’Archivio e al Centro diocesano di Ac

Pubblichiamo di seguito un testo di Emanuela Giuli, presidente Ac parrocchia S. Antonio da Padova di Roma, che qualche giorno fa ha portato una delegazione dell’Ac parrocchiale (ragazzi e genitori) per una “visita al Centro diocesano”. L’intento era quello di «entrare in una storia più grande», un modo semplice e creativo per entusiasmare all’Ac e per sentirsi ancora protagonisti della nostra tradizione associativa.

Un’esperienza che consigliamo a tutti e che, speriamo, possa ripetersi anche con altre parrocchie. Basta accordarsi scrivendo una email a segreteria@acroma.it, saremo ben lieti di ripetere l’esperienza!.

In coda riportiamo anche alcune foto della giornata e un breve video.

Buona lettura!


Dopo aver terminato di leggere l’ultima pagina del libro di Fabio Spinelli “L’Azione Cattolica a Roma – Una storia di Chiesa, di servizio, di fede” mi sono subito resa conto che la storia racchiusa in quelle pagine, era vita associativa che andava fatta conoscere, soprattutto alle nuove generazioni dell’Ac. Così quasi per caso parlandone con Cristina, la mamma di Gabriele, ci venne in mente di organizzare una visita a via della Pigna con i ragazzi dell’Acr della nostra parrocchia. L’idea piacque non solo a noi, ma anche a qualche altro genitore e così ci siamo ritrovati per le vie del centro di Roma, in un caldissimo pomeriggio di maggio, felici di andare a visitare la sede diocesana dell’Azione cattolica di Roma e conoscere la storia dell’Ac romana, che sapevo custodita anche in un archivio molto speciale: due armadi “misteriosi” (spoiler di Chiara Sancin e del libro di Fabio).

Passiamo per le strade di Roma e tra scatti su Lungotevere e davati al “Roma store” finalmete approdiamo alla mèta ed eravamo davvero tutti tanto incuriositi ma non immaginavamo che quel pomeriggio sarebbe stato davvero così entusiasmante e pieno di sorprese ed emozioni!

L’accoglienza a noi riservata da Chiara Sancin, segretaria dell’Ac diocesana e da Marco Di Tommasi, l’attuale Presidente diocesano, ci fa sentire come “a casa” e subito iniziano i loro racconti con i quali ci catapultano in un meraviglioso viaggio nella storia dell’Ac di Roma dal 1889 ad oggi.

“Un vero viaggio nel tempo” dicevamo mentre scorrevano sotto i nostri occhi e tra le nostre mani, documenti originali presenti in archivio e soprattutto alcuni trovati in due armadi “abbandonati”, di cui nemmeno le chiavi si trovavano più (come ricorda spesso Elia, un ragazzo delle parrocchia). E proprio tra quelle mura invece, tra documenti che si stanno mettendo a posto e in due armadi di cui nessuno si era mai domandato cosa nascondessero, si trovava un tesoro!

La storia comincia a farsi interessante, soprattutto per i ragazzi: cosa hanno trovato ad esempio io Chiara e Marco in quegli armadi? I due protagonisti della storia “misteriosa” che cominicava ad appassionare i ragazzi che ascoltavano con occhi sbarrati, raccontano che la loro testardaggine a conoscere cosa ci fosse all’interno degli armadi, li porta ad escogitare un piano per aprirli, o meglio diciamo più che altro un modo per “scassinarli” con un frullino (bruciandosi anche mani e capelli!!) e che, dopo tutta la fatica e qualche capello bruciato, riescono ad aprirli e in quel preciso istante si accorgono di essere davvero difronte ad un vero tesoro!

Ci dicono infatti, riguardo alcuni documenti che tornano alla luce che sono unici e rari, di eccezionale valore e non solo storico, ma anche affettivo, perché sono la testimonianza dell’attività di  coloro che sono stati di fondamentale importanza per l’associazione, tra i quali ad esempio, la beata Armida Barelli che sui documenti ritrovati si firma la Sorella Maggiore, ma anche Carlo Carretto e addirittura il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio quest’ultimo  in un documento esposto, ringrazia la Presidenza di Ac per avergli inviato delle copie appunto ritnvenute dall’archivio diocesano, e rivolge loro tutta la sua riconoscenza per aver fatto riaffiorare ” i bei ricordi del tempo lontano” ma così  “vicini nella realtà di vita”. E questa è l’Ac! Quella che non importa se l’hai conosciuta tra i banchi di scuola o da adulto, quando la incontri difficilmete dimentichi i momenti trascorsi con lei.

Tra i documenti ritrovati che hanno affascinato tutti ma in particolare i ragazzi,  ci sono quelli scritti in Braille per le gieffine (perché l’Ac è davvero inclusiva e pensava già da allora ai più fragili), i primordi dell’ impegno per gli studenti da parte dell’Ac (poi diventerà Msac ai giorni nostri) con un documento datato 1895, alcuni diplomi delle gare di cultura religiosa (uomini e donne) vinte dalla nostra Diocesi e che il nostro Elia vorrebbe riattivare, proponendo anche in premio un campo-Acr oppure dei gettoni/punti da usare per dei giochi che si farebbero ad esempio, alla Giornata degli incontri.

Marvin, un altro ragazzo, rimane affascinato dal gonfalone “quello rosso” ricamato a mano e dove sono riportate le scritte dorate che recitano: “GIOVENTÙ ROMANA DI AZIONE CATTOLICA – PREGHIERA – AZIONE -SACRIFICIO” e Giulia Karol, una ragazza, invece dalla calligrafia usata nei documenti che sembra stampata ma soprattutto le piace perché è molto elegante!

Maria, la mamma di Giulia Karol, ed Edoardo, il giovanissimo, restano colpiti in modo particolare dall’archivio AMIT, Associazione minorenni traviati, con documenti degli anni Quaranta-Cinquanta del quale sottolineano la precisione delle indicazioni contenute e la loro ammirazione per quegli uomini e quelle donne di Ac che hanno posato il loro sguardo sui tanti bambini costretti a vivere in situazioni di disagio sociale.

Passando da una sala ad un’altra, i ragazzi scorgono i manifesti delle Carovane della Pace, ed Elia esprime subito la sua non nascosta particolare simpatia per questo appuntamento dell’Acr e ci ricorda che durante la pandemia non si è potuta svolgere con un tono della voce triste ma che immediatamente dopo cambia ed esclama speranzoso: ” Ma presto  si rifarà come prima!!”

Ci viene mostrata una copia del “Vangelo del soldato”, sempre realizzato dalle sorelle della GF e subito il pensiero di tutti va alle guerre che ancora ci sono nel mondo e ai soldati che se ricevessero in dono la parola di Dio da portare con sè per attraversare il “deserto” della guerra, avrebbero sicuramente un gran sollievo per la propria anima.

Chiara e Marco poi prendono un libro di preghiere pubblicato dalla GF e ne leggono alcune righe che si riferiscono ad un’usanza secondo cui per ogni giorno in cui si baciava il distintivo dell’Aci, la mattina prima di iniziare la giornata, si acquisivano di “diritto” 100 giorni di indulgenza plenaria (“distintivo: bacialo anzi prima di appuntarlo sul vestito e ricorda, che portandolo, guadagni ogni giorno cento giorni di indulgenza” ndr), e così subito tutti a baciare il propio distintivo avuto in omaggio da Marco e Chiara.

Proseguendo per il lungo corridoio, ci troviamo davanti ad un documento in cui è raffigurato Carlo Carretto e saputo di Charles de Foucault che sarebbe divenuto santo (Carlo Carretto fondò i piccoli fratelli del Vangelo che appartengono alla famiglia delle fraternità di Charles de Foucault) e ricollegando che la Sorella maggiore Armida Barelli era già divenuta da poco beata, Gabriele esclama: ” Ma sono tutti santi! Forse allora possiamo diventarlo anche noi!!”.

Si soffermano davanti alle prime  tessere degli attuali piccolissimi ma che in passato erano chiamati gli “ANGIOLETTI” di Aci e ai quali, Maria entusiasta me lo ricordava poco prima di scrivere queste righe, per il battesimo si donava loro una pergamena in cui si riportava una frase per augurare all’”angioletto” di diventare un futuro membro dell’Aci. Più avanti scoprono invece le tessere degli “ASPIRANTI” che corrispondono agli attuali acierrini e quindi a loro.

Restiamo poi tutti affascinati dalla prima copia del giornalino della Gf del 1922 che si chiamava “GIGLI E SPIGHE”, sul quale i ragazzi riflettono insieme a Chiara sul significato dei due simboli.

Insomma, ad ogni passo una scoperta, ad ogni stanza una novità “antica” da conoscere ma che risuona familiare e man mano che percorriamo quelle stanze e corridoi, tutti ci sentiamo sempre più parte di quella storia e quei volti stampati sulle foto i ragazzi li sentivano sempre più vicini, come fossero proprio della stessa famiglia, tanto che li cominciano a chiamare “i nostri antenati”.

Questo era proprio l’obiettivo di questa visita e cioè di renderli più consapevoli che anche loro sono parte della  storia dell’Ac, quella attuale, e nel riconoscere che quella passata è stata “scritta” da tante persone come loro, ora sta a loro proseguire e “scrivere” quella futura.

Usciti da via della Pigna (e non sarebbero mai andati via!) erano  così felici di ciò che avevano visto, del tesoro che avevano trovato, degli armadi, delle spillette con il simbolo dell’Ac, che tutto il viaggio di ritorno non si è fatto altro che parlarne, guardando le foto e continuando a fare ancora tante domande!!

Vogliamo davvero consigliare a tutti, adulti, giovani e ragazzi dell’Acr di fare un “viaggio nel tempo” nel nostro centro diocesano, accompagnati dai loro educatori e genitori per conoscere quel “tesoro” lì conservato, perché non significa solo incontrare la storia della nostra associazione  ma è rendersi conto che nello stesso momento storico nella città di Roma, grazie ai tanti fratelli e tante sorelle dell’Ac che si sono fatti “Compagni di viaggio” di chiunque incontrassero nel loro cammino e soprattutto dei più fragili, si è contributo a rendere migliore la vita di tanti.

Ognuno di loro lo ha fatto in tanti modi diversi, dando però il proprio contributo, come testimoniano i vari documenti ritrovati, secondo le proprie possibilità e anche con creatività, proprio quella a cui oggi Papa Francesco ci richiama spesso: “Siate creativi!”, sembra proprio voler risvegliare questa caratteristica che è propria anche dell’Ac, ora ne siamo ancor più certi!

Perciò ora, come nel passato, con la propria creatività, sotto la guida della Sorella Maggiore e con la grazia di Dio, ci auguriamo che i nostri ragazzi dopo questa visita siano ancora più consapevoli della loro responsabilità e corresponsabilità che hanno nella loro vita e in quella degli altri, e che sappiano guardare oltre le difficoltà con vero amore fraterno e reale interesse come “i loro antenati” che hanno gettato le basi per un futuro associativo che sapesse sempre incarnare il Vangelo nella vita quotidiana donando speranza, e che si sentano sempre “eredi” di un tesoro che va condiviso e testimoniato attraverso la PREGHIERA, con AZIONE e SACRIFICIO perché sia ancora e sempre possibile raccogliere buoni frutti, anche a distanza di tantissimi anni.

Grazie di cuore a Chiara e Marco per l’opportunità di condividere questa meravigliosa esperienza e grazie ai genitori Cristina (che ha condiviso con me anche il viaggio di andata e ritorno con i mezzi pubblici), Maria e Luca che mi hanno supportato nell’iniziativa proposta affinché si realizzasse!

Video finale della visita

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