Testimone di fede: a RaccontACI ci prepariamo alla beatificazione di Armida Barelli grazie alla riflessione di Chiara Finocchietti
Il 30 aprile 2022 si terrà a Milano la celebrazione della beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile negli anni Venti, dunque figura all’origine del Settore Giovani dell’Azione Cattolica di oggi. Per capire al meglio quale sia l’importanza di questa figura per l’Associazione, Chiara Santomiero ha intervistato per la rubrica RaccontACI Chiara Finocchietti, che è stata Vicepresidente nazionale per il Settore Giovani di AC e che ha dunque raccolto, con il servizio nella Presidenza nazionale, l’eredità lasciata da Armida Barelli.
Testimone di educazione, cultura, futuro e santità
“Per me Armida Barelli è un esempio e un modello a cui ispirarsi nelle quattro dimensioni in cui si è sempre spesa- racconta Chiara Finocchietti -Il primo è l’aspetto dell’educazione, che vediamo nel suo profondo impegno come donna nella storia dell’Azione Cattolica. Il secondo è l’aspetto della cultura: basti pensare, per esempio, alla fondazione dell’Università Cattolica a cui Armida Barelli si è dedicata. Il terzo aspetto è quello della capacità di guardare sempre avanti e di affrontare il futuro, mentre il quarto è l’aspetto della santità: l’esperienza di vita di Armida Barelli testimonia il fatto che è davvero possibile per tutti essere santi nel quotidiano”.
Testimone del cambiamento del ruolo delle donne
“Armida Barelli è stata una donna tra due secoli: la Gioventù femminile ha operato fortemente per la promozione delle donne– prosegue Chiara Finocchietti -Armida Barelli ha iniziato la sua attività quando le donne non uscivano da sole nemmeno per andare a messa e l’ha terminata quando esse hanno ottenuto il diritto di voto”.
La Gioventù femminile ha coltivato e curato il cambiamento del ruolo delle donne tramite vari aspetti: “Innanzitutto l’educazione per tutte: infatti educarsi per educare era il motto. E poi tramite gli atteggiamenti dell’umiltà, dello studio, della carità operosa, senza dimenticare lo strumento della fede. Le donne hanno potuto trovare una comunità di sorelle in cammino e impegnate a livello civile: ciò ha permesso loro di darsi forze l’una con l’altra e di arrivare pronte alle grandi sfide del secondo dopoguerra”.
Testimonianza come eredità
In conclusione, Chiara Finocchietti ritiene che non ci sia un aspetto particolare per cui Armida Barelli sia speciale per l’AC di Roma: “Armida Barelli è speciale nella misura in cui lo è anche per le altre diocesi- spiega -Una delle mie prime Presidenti parrocchiali mi parlava sempre di lei perché l’aveva conosciuta e mi diceva sempre che le sarebbe piaciuto vederne la santificazione. Ciò che Armida Barelli ha rappresentato soprattutto per le donne è stata la sua testimonianza più importante: è stata capace di lasciare un seme di bene, di responsabilità sociale, di fede, di capacità del futuro che ci impegna tutti a farlo crescere”.