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RaccontACi #4 – Amore fraterno per la cura del malato

In occasione della trentesima edizione della Giornata del malato, istituita da San Giovanni Paolo II, Flaminia Marinaro ha intervistato per la rubrica RacconACi Maria Giuseppina Astorino, presidente dell’Azione Cattolica della parrocchia Santa Maria delle Grazie al Trionfale di Roma. Il tema che accompagnerà le riflessioni di quest’anno è la misericordia, a partire dal versetto del Vangelo di Luca (Lc 6,36): Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso.

“L’istituzione di questa giornata è stata voluta da papa Giovanni Paolo II per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e cattoliche e la società civile sulla problematica dei malati- inizia la presidente dell’AC – e il trentennale di una giornata su questo tema è particolarmente importante e attuale, visto anche gli ultimi due anni di pandemia. La giornata, infatti, non è dedicata soltanto ai malati, ma anche agli operatori sanitari e a tutti coloro che si prendono cura dei malati”.

Cultura della misericordia

“Il tema della misericordia è centrale anche nel magistero di Papa Francesco – prosegue Maria Giuseppina Astorino-. La misericordia, la carità, appartengono per natura al Signore, il quale appunto è presente con forza e al tempo stesso tenerezza in tutte le fasi della nostra vita. Siamo chiamati ad essere testimoni della sua carità perché, quando una persona si ammala, ecco che essa attraversa una fase di paura, smarrimento, fragilità, isolamento e ha bisogno di affetto e presenza. La cultura della misericordia di Dio, ancora una volta, è fuori dalla logica dello scarto”.

Relazione e aiuto

E aggiunge: “Grazie alla scienza e alla tecnologia sono stati compiuti passi giganteschi nella cura delle malattie: non bisogna però dimenticare che il malato è sempre una persona con una sua sensibilità unica e irripetibile, che non va tralasciata nel processo della cura e nel trattamento della malattia. Visto che, spesso, questo continua ad accadere, il dovere di stare vicino al malato non è solo un input cristiano, ma umano: essere prossimi al malato, farsi carico del malato, è parte della natura umana. Da quando l’uomo ha avvertito la necessità fondamentale di entrare in relazione con l’altro, ha avuto anche bisogno di aiuto: relazione e aiuto vanno di pari passo. Se non ci è possibile guarire completamente una persona nonostante le nostre conoscenze e il grande supporto della scienza, sempre in sviluppo, abbiamo comunque la possibilità e il dovere di stare accanto, accompagnare, consolare il malato”.

La testimonianza di Armida Barelli

 “E’ questo ciò che il tema della misericordia, nella trentesima giornata del malato, può ricordarci: è importante, nel nostro piccolo, non voltarsi dall’altra parte ed essere consapevoli che, anche nelle situazioni più pesanti e buie, possiamo sempre offrire la nostra preghiera– conclude la presidente di AC -E’ questo, tra i molti esempi che potremmo fare, ciò che ha testimoniato anche Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile, la quale venne colpita dalla paralisi bulbare: con la sua preghiera, che diceva Il dolore stesso, con la tua grazia o signore, lo trasformerò in amore, Armida Barelli ha inteso la sofferenza provocata dalla malattia come occasione per avvicinarsi al Signore ed essere prossima ai fratelli e alle sorelle nella stessa situazione”.